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dai GIORNALI di OGGIIl nucleare sarà pure a scopo civile, ma le nuove centrali saranno realizzate in siti militari. E del resto il governo non potrebbe fare altrimenti, visto che praticamente tutte le Regioni italiane hanno già fatto sapere che non intendono ospitare un reattore. Così, quattro giorni dopo che il Senato ha approvato definitivamente la legge che riapre al nucleare, da un lato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo si affretta a dire che "sono prematuri i tempi per ipotizzare i siti" dove verranno costruite le centrali, e.. La produzione nucleare la produzione in Italia potrebbe iniziare nel 2018 2009-07-14 |
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IL NUCLEARE IN EUROPA http://speciali.espresso.repubblica.it//mappe/nucleare/examples/nucleare/index.html |
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CORRIERE della SERA
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-07-14 Nucleare, Region in rivolta Dal governo un piano militare di Simone Collini Il nucleare sarà pure a scopo civile, ma le nuove centrali saranno realizzate in siti militari. E del resto il governo non potrebbe fare altrimenti, visto che praticamente tutte le Regioni italiane hanno già fatto sapere che non intendono ospitare un reattore. Così, quattro giorni dopo che il Senato ha approvato definitivamente la legge che riapre al nucleare, da un lato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo si affretta a dire che "sono prematuri i tempi per ipotizzare i siti" dove verranno costruite le centrali, e "prematuri" rimarranno fino alle regionali del 2010, per evidenti motivi. Dall’altro, di fronte al "niet" di governatori sia di centrosinistra che di centrodestra, il governo sta lavorando per sottrarre i siti che verranno scelti al controllo non solo delle Autonomie locali, ma anche di Parlamento e magistratura. IL NO DELLE REGIONI Solo così il governo può riuscire a imporre la politica del ritorno al nucleare. Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola sostiene che oggi molti enti locali sono pronti ad accogliere centrali sul loro territorio, ma chi siano questi fantomatici volontari è un mistero che dura da un bel po’ di tempo. Si sa invece che il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, che ricopre anche il ruolo di presidente della Conferenza delle regioni, critica duramente il governo perché "ha imboccato una strada sbagliata e procede in modo unilaterale". Posizione analoga per Mercedes Bresso, Piemonte: "Si tratta di un errore da ogni punto di vista, strategico, economico, della sicurezza". Due no che pesano doppiamente, visto che tra le ipotesi su cui sta ragionando il governo per risolvere in un colpo solo sia il problema delle autorizzazioni che quello dello smantellamento dei vecchi impianti, c’è quella di installare i nuovi reattori proprio nei siti delle centrali che dopo il referendum dell’87 sono state lasciate a girare a basso regime, a cominciare da Caorso (che si trova nella prima regione) e Trino Vercellese (seconda). Ma pesanti no arrivano anche dalla Toscana ("contrarissimo" si dice Claudio Martini), dal Lazio ("il futuro è nelle tecnologie pulite", sostiene Piero Marrazzo), dalla Basilicata ("scelta inopinosa e avventurata" è per Vito De Filippo quella del governo), dalla Puglia ("dovranno venire con i carri armati", promette Nichi Vendola). Tutte voci di centrosinistra e quindi a rischio passaggio di testimone nel 2010? Il fatto è che anche dal centrodestra stanno arrivando secchi rifiuti. Bisognerà vedere se alle parole seguiranno i fatti, ma intanto il presidente della Sardegna Ugo Cappellacci sostiene che "dovrebbero passare sul mio corpo" per installare un reattore sull’isola e quello dell’Abruzzo Gianni Chiodi fa notare che la sua terra non è "idonea per le sue caratteristiche morfologiche e sismiche a ospitare un sito". SITI MILITARI E allora si spiega perché il governo stia preparando una exit strategy ricorrendo all’aiuto dei militari. Ora che è diventato legge il ddl Sviluppo, contenente il ritorno al nucleare, può ripartire un altro disegno di legge che non casualmente finora è stato tenuto fermo in commissione Difesa al Senato. Si tratta di un provvedimento che prevede la creazione di una società di diritto pubblico denominata Difesa Servizi Spa. Il combinato disposto delle due norme consentirebbe la creazione di centrali in siti militari, visto che ora la Difesa può utilizzarli "con la finalità di installare impianti energetici destinati al miglioramento del quadro di approvvigionamento strategico dell’energia". E per farlo il ministero, una volta approvato il secondo ddl, "può stipulare accordi con imprese a partecipazione pubblica". Proprio come la Difesa Servizi Spa. A quel punto, le centrali nucleari sarebbero fuori dal controllo di altre autorità, protette dietro il cartello "Zona militare". 14 luglio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-07-14 La produzione nucleare la produzione in Italia potrebbe iniziare nel 2018 14 luglio 2009 "Dai nostri archivi" Scajola, nucleare non solo con le centrali francesi Cdm, via libera al piano carceri L'Enel ha identificato alcuni siti candidati a ospitare le centrali nucleari in Italia che potrebbero entrare in produzione già a partire dal 2018. Lo ha affermato l'amministratore delegato Fulvio Conti che ha visitato, insieme al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, la centrale nucleare slovacca di Mochovce, dove il gruppo italiano investirà 2,7 miliardi di euro entro il 2013 per la realizzazione delle unità 3 e 4. "I nostri tecnici - ha dichiarato Conti - stanno già lavorando per l'individuazione dei siti, alcuni dei quali sono già stati identificati", attraverso studi di fattibilità condotti dal gruppo, in attesa di conoscere i criteri che verranno dettati dai decreti attuativi. Su quali siano questi siti, l'ad di Enel ha mantenuto il massimo riserbo: "Li teniamo chiusi in cassaforte", ha affermato. L'obiettivo è quello di iniziare la cantierizzazione "entro il 2013" mentre "i tempi tecnici per la costruzione possono richiedere dai quattro ai cinque anni. In questo calendario ideale - ha aggiunto Conti - se ci trovassimo nel 2013 a mettere la prima pietra, l'ultima potrebbe arrivare nel 2018 e quindi la produzione potrebbe iniziare in quella data".
Scajola: "Se necessario, il Governo è pronto a esercitare poteri sostitutivi" Sulla costruzione delle centrali nucleari si è espresso anche il ministro Scajola, spiegando che il Governo è pronto a esercitare poteri sostitutivi se mancherà la condivisione con gli Enti Locali. "I siti nucleari - ha spiegato Scajola - saranno considerati di interesse strategico per il Paese. Se non ci sarà la condivisione, il Governo potrà in via eccezionale utilizzare strumenti sostitutivi previsti dalla Costituzione a difesa dell'interesse generale del Paese". Scajola ha poi rivendicato l'importanza del ritorno al nucleare, definendolo una "sfida imponente nell'interesse dell'Italia" e ha portato come esempio gli Stati Uniti: "Proprio l'America di Obama, con una lungimiranza che riporta all'era kennediana, appena insediato, ha fatto partire quattro centrali nucleari". Troppo spesso, ha aggiunto Scajola, piccole minoranze hanno "esercitato un diritto di veto sulle grandi maggioranze", ponendo l'Italia in una dimensione di "arretratezza". Comunque, ha spiegato il ministro, i tempi per arrivare a scelte condivise ci sono e la stessa scelta del ddl lo dimostra. Tutti i provvedimenti, poi, "passerano alla conferenza Stato-Regioni". Entro sei mesi dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, ha aggiunto Scajola, "saranno adottati i criteri per la localizzazione degli impianti, saranno individuati i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, quelli compensativi per i territori, e i requisiti per lo svolgimento delle attività di costruzione, oltre al varo dell'Agenzia per la sicurezza nucleare". 14 luglio 2009
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